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Cosa lega Nokia e Kodak con la tua Digital Transformation
Hai mai valutato le conseguenze alle quali vai incontro se non continui il processo di Innovazione e di Digital Transformation della tua azienda?
Oggi voglio raccontarti due storie non a lieto fine, quella di Nokia e Kodak, e cercare insieme a te i modi per evitare che la tua azienda possa avere la stessa sorte.
Nokia Corporation nasce nel 1967 con quattro mercati di riferimento: carta, elettronica, gomma e cavi. La storia che ci interessa inizia nel 1991 quando viene lanciato il nokia 1011 che vende oltre 20 milioni di esemplari per arrivare nel 1998 con la serie 6100 che ne vende oltre 41 milioni. Nokia arriva a valere 70 Miliardi di dollari, fino a che il 9 Gennaio 2007 viene lanciato il primo iPhone e il sistema operativo Symbian di Nokia mostra tutti i suoi punti deboli.
Da questo momento in poi inizia il declinio di un’azienda che non ha saputo innovare e guardare oltre lasciando spazio ad altri competitor quali Samsung, LG e HTC.
“Il clima autoritario, la mancanza di chiarezza (“perché dire la verità ai manager? Non avrebbe migliorato la situazione” spiega un altro dipendente), la pressione sugli ingegneri per realizzare prodotti in poco tempo da lanciare sul mercato, aiutano a spiegare perché le cose siano peggiorate negli anni.” (FONTE: StartupItalia )
Kodak viene fondata verso la fine dell’ottocento con uno uno slogan accattivante , “Voi premete il pulsante , noi facciamo il resto” , che ne sintetizza perfettamente tanto lo scopo quanto l’incredibile successo: diffondere e rendere accessibile la fotografia anche ai non professionisti.
La Kodak tenta di stare al passo ma risulta troppo chiusa , ancorata ai vecchi modelli e incapace di visualizzare un futuro diverso da quello analogico: nonostante sia la prima a ideare un prototipo di macchina fotografica digitale , decide di abbandonare il progetto , spaventata dal rischio di far concorrenza ai suoi stessi prodotti. Questa paura peró le è stata fatale. (Fonte: Facciamo Impresa)
Quali lezioni possiamo imparare da Kodak e Nokia:
- avere una posizione dominante di mercato non è sufficiente per non fallire;
- se non è la tua azienda la prima ad innovare arriverá un competitor e la spazzerá via;
- la trasformazione non è un processo veloce, e rischiamo di fare la fine di Nokia nel momento in cui vogliamo rincorrere i nostri competitor.
Premesso che, non mi aspetto che tra i miei lettori ci sia il CEO di Apple, Samsung o altre big company, il messaggio chiaro che dovrebbe avere ogni azienda, in qualunque settore essa si trovi a lavorare è il seguente.
Il business è una battaglia che va vinta su due fronti:
- Il prodotto
- Il marketing legato al prodotto e all’azienda
Solo il mix vincente Marketing-Prodotto potrá portarti ad essere, nella tua nicchia di riferimento, il leader incontrastato e solo con la continua ricerca e trasformazione potrai continuare ad esserlo.
« Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma » (Antoine-Laurent de Lavoisier)
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E tu sai far parlare il tuo prodotto?
No non è una provocazione è piuttosto una domanda molto seria. Quanti dei tuoi prodotti riescono a parlare con i tuoi Clienti?
Hai mai sentito parlare di IoT – Internet of Things? In due parole l’Internet of Things, o anche Internet delle Cose, ha come obiettivo quello di interconnettere gli oggetti in modo che possano comunicare e scambiarsi informazioni. Se fino a pochi anni fa si aveva l’obiettivo di far comunicare tutte le persone, oggi abbiamo quello di interconettere tutti gli oggetti (IoT Wikipedia).
Per renderti ancora piú chiara l’idea, pensa alla macchina a guida autonoma di Tesla e avrai un oggetto iperconnesso.
È da poco uscito l’ IoT Barometer 2017/2018 pubblicato da Vodafone, che entra in dettaglio su quella che è la penetrazione e la diffusione degli oggetti connessi. Ti consiglio di leggerlo con attenzione; io ti riporto di seguito i benefici ottenuti grazie all’IoT per aiutarti a capire quanto valore porta l’innovazione alla tua azienda:
- Il 95% delle aziende ha dichiarato di aver ottenuto benefici tangibili dall’adozione di tecnologie IoT.
- Le organizzazioni hanno ottenuto un incremento dei ricavi e una riduzione dei costi.
- Oltre il 51% di chi ha introdotto tecnologie IoT ha affermato di aver ottenuto nuove fonti di ricavi per l’azienda
- L’IoT sta promuovendo la trasformazione aziendale. Il 74% concorda sul fatto che la trasformazione digitale è impossibile senza IoT.
Fermo restando che ti consiglio di studiarlo approfonditamente (se vuoi confrontarti con me puoi farlo nei commenti o in privato) proviamo a capire insieme che vantaggi puó portare alla tua azienda far “parlare il tuo prodotto“.
Faccio una piccola premessa, possiamo utilizzare varie tecnologie piú o meno sofisticate per portare innovazione ai tuoi prodotti. Partendo dalla piú semplice ovvero l’utilizzo di QrCode o dei codici a barre, passando per le tecnologie RFID, NFC, Beacon, per arrivare ad hardware progettato appositamente per condividere informazioni sul tuo prodotto.
Alcuni ambiti di applicabilità possono essere relativi al fornire:
- Informazioni sulla tracciabilitá e sul processo di produzione del singolo prodotto/lotto;
- Informazioni utili ad accelerare il processo di garanzia e la manutenzione;
- Storia dell’azienda e del prodotto;
- Garanzia di anticontraffazione;
- Tracciamento del prodotto;
- Controllo da remoto.
Attraverso questi dati potrebbe essere piú facile fornire assistenza ai nostri clienti, far ordinare dei pezzi di ricambio, aumentare la loyalty al nostro marchio, introdurre servizi a valore aggiunto.
In conclusione, direi che ad oggi non esiste categoria di prodotti che non possa sfruttare le potenzialitá offerte dal mondo dell’IoT e, se pensi non sia cosi, sono pronto a confrontarmi con te.
La Digital Transformation della tua azienda passa anche dall’evoluzione del tuo prodotto e dall’utilizzo di tecnologie IoT che ti permetteranno di continuare ad offrire ai tuoi clienti la migliore esperienza di acquisto e di utilizzo dei tuoi prodotti.
Solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, lo cambiano davvero! GANDHI
Continua a leggere i miei articoli su www.sromano.it
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La Delega e la Digital Transformation
Perché è importante delegare e cosa lega la delega alla trasformazione digitale e alla crescita della tua azienda?
A prima vista la delega puó sembrare un tema collaterale o completamente scollegato dalla Digital Transformation. Per capire perché non è cosi prova a rispondere a queste semplici domande:
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- Riesci a terminare la tua to-do list giornaliera?
- Quante sono le distrazione che interrompono la tua giornata lavorativa?
- Hai dei progetti che ti riprometti da tempo di portare avanti?
Se la tue risposte sono state nell’ordine : SI, NESSUNA, NO allora non è necessario che continui a leggere.
Se invece hai risposto diversamente ad almeno una domanda allora seguimi ancora per un attimo.
Che tua sia l’imprenditore, l’AD, il CIO/CTO o peggio che tu sia tutte e tre le figure in una sola, uno dei problemi che bloccano la crescita e la trasformazione della tua azienda è che hai letteralmente troppe “cose” da fare e che non riesci a dedicarti ai progetti veramente importanti per la tua crescita.
A questo punto il passo zero per aprire la strada a progetti di trasformazione passa dalla DELEGA e, anche se al momento ti sembra difficile, prova a seguire questi step per iniziare il tuo processo di cambiamento:
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- Fai un elenco quanto piú esaustivo possibile di tutte le attivitá che svolgi;
- Dall’elenco precedente seleziona le attivitá ad alto valore aggiunto. Considera ad alto valore non solo quelle che portano un valore economico effettivo all’azienda ma anche quelle che per tua indole hai piacere nel fare;
- Delega le attivitá a basso valore.
Scritto in forma d’elenco sembra tutto troppo facile o forse al contrario estremamente difficile. Riesco a percepire alcune delle tue obiezioni:
- fosse facile da delegare lo avrei giá fatto;
- come lo faccio io gli altri non riescono a farlo;
- perderei troppo tempo ad insegnare e successivamente a verificare che tutto sia fatto correttamente.
E queste obiezioni non devono bloccare il processo di delega.
La regola che deve guidarti peró è che se riesci a liberare il tuo tempo per attivitá a piú alto valore allora, anche se un attivitá non sará eseguita al 100% come la faresti tu, va bene uguale.
Ti consiglio a tal proposito un paio di libri, che leggerei in sequenza, di Piernicola De Maria che ritengo uno dei maggiori esperti in questo ambito in Italia: Efficacia Personale e Se solo ti lasciassero lavorare (in uscita a Dicembre 2017).
Sono sicuro, e l’esperienza me lo ha dimostrato, che nel momento in cui riuscirai a liberare del tempo, sarai in grado di dare un’accelerazione ai tuoi progetti e alla crescita della tua azienda.
Ricorda che la trasformazione digitale è la ninfa che ti permetterá di essere ancora sul mercato nei prossimi anni e che ti aiuterá ad avere un vantaggio competitivo rispetto ai tuoi clienti.
“Un business deve essere coinvolgente, deve essere divertente e deve esercitare il tuo istinto creativo.”
Sir Richard Branson
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La Digital Transformation fa schifo se non sai come farla
Introdurre processi di Digital Transformation in azienda è fondamentale per continuare a essere competitivi sul mercato.
Ma come farlo nel modo corretto?
Quando si affrontano progetti di Digital Transformation spesso si fa l’errore di concentrarsi troppo sulla parte DIGITAL. Per portare al successo un progetto è invece fondamentale che il focus sia la TRANSFORMATION che porta con se non solo cambiamenti digitali ma anche cambiamenti organizzativi e strutturali per l’azienda.
Ecco 4 punti da tenere sempre in osservazione in tutte le fasi di ideazione, progettazione e realizzazione di un progetto di Digital Transformation:
- Avere obiettivi chiari
Sempre più consulenti proveranno, anche sull’onda del piano Industria 4.0, a convincervi che è il momento giusto per investire in nuovi progetti. Gli incentivi devono invogliarvi ad osare ancora di piú nella lotta alla competitivitá di mercato; ma non fatevi prendere dall’euforia e dall’idea di progetti facili.
Individuate le aree dell’azienda che hanno bisogno di una “svecchiata”, identificate in maniera chiara ed inequivocabile uno o due obiettivi importanti da raggiungere e lavorate in maniera focalizzata solo su quelli.
- Fare in modo che l’innovazione sia al servizio del business e non il contrario
Studiate in maniera oculata quanto l’innovazione è funzionale al business. Personalmente sono contrario all’innovazione ad ogni costo, sono invece favorevole all’ottimizzazione dei processi e allo sfruttare le potenzialitá tecnologiche per aiutare il nostro business a crescere.
- Considerare gli impatti del progetto su tutta l’azienda (dal portinaio all’ingegnere di processo)
I processi di trasformazione portano una scossa all’intera azienda. Individuate le aree impattate dal cambiamento in maniera diretta e quelle che lo subiranno indirettamente. Per ognuna di queste aree prevedete un programma di change management dedicato. Ricordate di dare il giusto valore al processo di cambiamento e, se proprio dovete negoziare con il vostro fornitore ( anche se mi piace definirlo partner progettuale) non fatelo sulle giornate necessarie a fare il modo che il progetto sviluppato venga accettato in azienda.
Che si parli con gli ingegneri della NASA o con il contadino di provincia, dovremo sempre affrontare un’opposizione al cambiamento e la buona riuscita del progetto dipenderá molto da come lo gestiremo.
- Darsi il giusto tempo
Il processo di trasformazione non puó essere immediato, diffidate dai progetti all-in-one . Create un piano strutturato e a lunga visibilitá ma pretendete che siano ben definite le milestone e gli step intermedi.
La trasformazione è nemica del caos. La trasformazione deve portare un caos controllato e per farlo serve una squadra che sappia gestire quello che agli occhi esterni sembra solo caos.
E come dice Elon Musk
Alla Nasa il fallimento non è accettato come risultato. Da noi invece sì. Perché se le cose non falliscono, significa che non stai innovando abbastanza.
– Elon Musk
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La guida definitiva per mettere in sicurezza la tua infrastruttura
Abbiamo visto fino ad ora quali sono i blocchi, le insicurezze ma soprattutto i rischi che corri se non prendi consapevolezza che la continuità del tuo business è in pericolo e che potresti incorrere in danni incalcolabili. Mi sembra chiaro anche che a questo punto tu sia un po’ frastornato e non sappia bene quale sia il punto dal quale iniziare a lavorare per porre rimedio alla situazione attuale
La premessa da fare è che se sei un IT administrator dovresti utilizzare i passi riportati di seguito per mettere al sicuro prima di tutto la tua professionalità. Prepara un report alla proprietà nel quale spieghi che se non verranno seguite le tue indicazioni non potrai essere ritenuto responsabile di tutte le problematiche più o meno gravi che potranno succedere e fai percepire in modo netto e concreto quale è il modo professionale per gestire l’infrastruttura aziendale.
Ecco di seguito la guida in 4 fasi, da seguire in sequenza, per garantire alla tua azienda di essere resiliente ad ogni tipo di imprevisto:
- Step 1: Dotarsi di un sistema di Backup in Cloud o in una sede “sufficientemente” remota:
Partiamo dal presupposto che conservare i vostri backup, in un NAS o una SAN nella stessa sala server o in una sala adiacente non mette al sicuro i vostri dati. È quindi fondamentale che vi dotiate di un sistema di backup, non importa quale software decidiate di utilizzare (Veeam o Evault per citare i primi due nella mia mente), ma è importante che sia in un luogo sicuro.
Sapete perché consiglio di acquistare un servizio di Backup as a Service? Per due principali ragioni:
- non dovrete più preoccuparvi di acquistare nuovo storage fisico al crescere della dimensione del backup, e potrete pagare sempre e solo per la reale dimensione necessaria;
- potrete contare sul supporto di specialisti per settare le policy e soprattutto per verificare che tutto continui a girare nel modo coretto. Il primo problema che si verifica quando serve un backup è che nessuno si é accorto che la procedura va in errore e che quindi l’ultimo backup valido è vecchio di parecchie settimane.
- Step 2: Dotarsi di un sistema di Disaster Recovery.
Partiamo con il definire cosa é un sistema di Disaster Recovery (DR):
“Disaster Recovery è l’insieme di processi e tecnologie atti a ripristinare sistemi, dati e infrastrutture necessarie all’erogazione di servizi “core business” a fronte di gravi emergenze (disastri).” (fonte: Universitá di Roma)
Quindi nel momento in cui dovessimo affrontare una grave emergenza ( incendio, alluvione, terremoto…) dovremo avere un’infrastruttura attrezzata e pronta ad essere accesa per ospitare solo e soltanto i servizi “Core business”.
A differenza delle Business Continuity che garantisce che tutto funzioni senza percepire nessuna forma di disservizio anche se l’infrastruttura principale ha un fault, il DR è utilizzato solo in casi estremi nei quali è fisicamente impossibile recuperare e lavorare sulle macchine fisiche. Per essere considerato valido un sito di DR deve essere posto ad almeno 50Km di distanza da quello principale ( in bibliografia vengono riportate distanze di 150/200Km, ma 40/50Km sono già una distanza che ci rende tranquilli).
In caso di disastro verrà quindi attivata, come definito nel Disaster Recovery Plan, la procedura per il ripristino d’emergenza delle funzionalità necessarie a far funzionare, anche se non con prestazioni pari al 100%, la tua azienda.
Date le informazioni precedenti, è chiaro che il fatto di avere in una sala vicina a quella principale le vecchie macchine che invece di essere dismesse, si ipotizza possano essere accese in caso di disastro non è una soluzione perché:
- Non sono ad una distanza sufficiente da garantire che non siano coinvolte dal disastro
- Non è detto che al riavvio tutto funzioni correttamente. Nel piano di disastro infatti è prevista la verifica periodica dell’intera infrastruttura, compreso il funzionamento delle macchine virtuali e la verifica di consistenza dei backup usati per il ripristino.
- Step 3: Introdurre un sistema di business continuity
Che succede se dovesse verificarsi un problema alla vostra infrastruttura principale? Senza una business continuity (BC) il tuo business sarà bloccato in attesa che la problematica venga risolta e che i sistemi vengano riattivati.
È importante capire in questo caso quanto è mission critical il tuo business e quante perdite economiche o danno di immagine possa portare un fermo macchina. Sulla scelta se dotarsi o meno di una BC, quelli precedenti devono essere i driver che guidano la scelta. Se essere fermi qualche ora, al limite un giorno, non porta perdite di utili/clientela/loyalty al marchio, allora non è sicuramente da considerare prioritario dotarsi di una BC, in caso contrario è un investimento che con probabilità molto alta avrà il suo ritorno.
- Step 4: Passare ad una soluzione Total Cloud
Il passo finale è quello di avere, l’infrastruttura principale, la Business Continuity e il Disaster Recovery in cloud. In questa ipotesi avrai la garanzia che il tuo business non subirà mai un blocco.
Resta inteso che dovete considerare obbligatori almeno i passi 1 e 2 e che, se non li avete già, il vostro business è in serio pericolo e con lui anche la solidità delle vostra azienda e i dati e servizi che offrite ai vostri clienti.
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Trova la chiave per liberarti dalle catene della tua infrastruttura!!!
Nel precedente articolo abbiamo affrontato i motivi per i quali non puoi permetterti che l’infrastruttura della tua azienda sia gestita in modo approssimativo. Mentre leggevi l’articolo ho notato nelle smorfie del tuo volto che seppur fossi d’accordo sul fatto che “questo tizio alla fine sta dicendo cose sensate” ancora un bel po’ di domande sono rimaste a frullare nella tua testa.
Proviamo quindi a chiarire i principali dubbi che, nel momento in cui inizi un progetto di razionalizzazione dell’infrastruttura e di migrazione in cloud, potrebbero ostacolarne il processo e soprattutto i motivi per cui sono falsi
- Non sono sicuro di portare i dati della mia azienda in cloud
Questa è una delle obiezioni più frequenti…
Se da un lato riesco a capire che possa essere destabilizzante sapere che tutto il patrimonio informativo della tua azienda sia custodito da un “estraneo” (il Fornitore/Partner di servizi cloud) d’altro canto la prima risposta a questa obiezione è relativa a tutti i temi sulla sicurezza dei dati affrontati nel precedente articolo. Come vedremo quando andremo a sviscerare i vari modi con i quali è possibile portare la tua infrastruttura in un data center di ultima generazione, esistono modalità che ti garantiscono di avere un ambiente completamente dedicato alla tua azienda (il cloud privato) e che quindi ti rende sicuro della segregazione fisica dei dati tra la tua compagnia e il resto del mondo.
- Chi mi garantisce che le risorse virtuali in cloud siano davvero a mia disposizione e che non ci siano problemi nel momento in cui ho esigenze di picco
Nel mondo virtuale, dove le risorse sono condivise, può essere lecito chiedersi se quest’ultime siano davvero disponibili per le nostre esigenze e cosa potrebbe succedere al crescere del business o in caso di esigenze temporanee di picco. Il modo migliore per affrontare questo dubbio è quello di farsi aiutare da uno specialista a dimensionare correttamente l’infrastruttura in cloud, di affidarsi ad un provider affidabile e di prevedere nel contratto che i picchi di richieste siano gestisti in maniera automatica salvo poi rivedere le stime o pagare un extra per le risorse aggiuntive utilizzate.
È sicuramente vero che la gestione dei picchi può essere un problema che potrebbe mettere in crisi la tua infrastruttura fisica nel momento in cui la naturale obsolescenza ti porta a dover effettuare un upgrade fisico. È invece molto più facile “prendere in prestito” risorse da una infrastruttura in continua crescita, dimensionata per ospitare molti Clienti e in grado di accogliere il nuovo business che si acquisisce
- Abbiamo appena aggiornato la nostra infrastruttura HW quindi non è il momento di pensare al cloud
Fermo restando che esternalizzare la propria infrastruttura non significa per forza utilizzare servizi di cloud pubblico. In questo caso specifico è importante ricordare che i server sono solo una componente del tuo data center e che quindi per essere tranquillo di garantire la continuità operativa la soluzione migliore è quella di affidarsi ad un servizio di Colocation o di definire un servizio di Disaster Recovery in cloud. Ad ogni modo il fatto di aver comprato nuove macchine non mette al sicuro te e il tuo business da tutte le problematiche descritte fino a questo momento.
- Aggiungo un livello di complessità dovendo accedere ai miei server in remoto e non potendo intervenire fisicamente quando voglio
Anche questo è un falso mito. Tra tutti il motivo più importante è legato al fatto che migrare la tua infrastruttura ti costringe a fare l’inventario delle macchine fisiche, delle macchine virtuali, delle applicazioni installate, delle procedure automatiche e di tutto quello che ruota intorno al tuo data center. Ti stupirai di quanto la routine giornaliera di porti ad essere inefficiente e disorganizzato nella gestione dei tuoi server. Non è poi vero che non si possa intervenire fisicamente sui tuoi server, ma proprio per maggiore sicurezza puoi esternalizzare tutte le attività fisiche che devono essere fatte sulle tue macchine. Ultimo ma non meno importante, oggi si sta diffondendo quello che è definito Cloud Ibrido e che farà in modo che per te e per il tuo business sarà davvero indifferente il luogo in cui sono le tue macchine e soprattutto in quanti luoghi sono (in uno o più DC, on premise, ecc..). Proverò a raccontarti meglio nel prossimo articolo cosa è il cloud ibrido.
Nel prossimo articolo approfondiremo le modalitá con le quali puoi mettere in sicurezza la tua infrastruttura, e le motivazioni che dovrebbero guidare la tua scelta.
Nel frattempo se hai dubbi, curiosità domande non esitare a contattarmi!!! Make your choice… and… Share the knowledge!!!
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Perché la trasformazione della tua azienda passa dalle nuvole
Ho già espresso in altre occasioni il mio punto di vista sul fatto che un buon reparto IT deve essere a supporto del Business e deve focalizzarsi sulla semplificazione dei processi per far funzionare come una macchina perfetta la tua azienda. È anche vero che molto spesso, tale reparto è sottodimensionato e non è in grado quindi di garantire i massimi standard qualitativi in termini di sicurezza e affidabilità di tutta l’infrastruttura.
D’altro canto non è certo colpa degli IT Manager se il budget a loro disposizione non è sufficiente per avere sale server di ultima generazione, sistemisti dedicati a garantire che tutto funzioni e personale impiegato a verificare costantemente che l’infrastruttura sia sempre funzionante al 100%.
Per quanto possa sembrare controintuitivo a chi non è un esperto del settore, nella maggior parte dei casi (direi praticamente sempre) avere l’infrastruttura in casa comporta un aggravio di costi e soprattutto mette davvero in pericolo la tua azienda con un rischio economico incalcolabile.
Giusto per toccare un argomento d’attualità pensiamo al caso del worm Wannacry che ha messo in ginocchio molte nazioni e che ha creato seri danni a molte aziende. Ho personalmente sentito IT Manager che hanno preferito spegnere i loro server e scollegare il loro business dal mondo per non rischiare di essere contagiati. Credi che questa possa essere la soluzione per mettere al sicuro la tua azienda? Se la riposta è SI, allora ti faccio il mio in bocca al lupo e credo che non serva continuare a leggere ancora. Se come invece credo, pensi anche tu che sia inaccettabile correre questo tipo di rischi, analizziamo insieme in questo e nei successivi articoli:
- Perché dovresti esternalizzare la tua infrastruttura nel Cloud;
- Le obiezioni che ostacolano il processo ed il motivo per cui sono false;
- I modi in cui è possibile effettuare il porting in cloud della tua infrastruttura;
- Gli step da seguire per mettere al sicuro la tua infrastruttura.
Iniziamo ad approfondire se esternalizzare la tua infrastruttura, in tutto o in parte, sia l’unica scelta possibile o se esistono alternative valide. Purtroppo, anzi direi per fortuna, la risposta a questa domanda è davvero una sola: meglio esternalizzare la tua infrastruttura indipendentemente dalla modalità con la quale lo farai.
Provo ad utilizzare un esempio semplice per provare a spiegarti il perché di questa risposta netta. Mettiamo che tu abbia 1 Milione di Euro in contanti, saresti tranquillo a tenerli in casa? In questo caso la cosa più giusta da fare, prima ancora di decidere come gestire il capitale, sarebbe quella di esternalizzare il servizio di custodia del tuo capitale. Questo non vuol dire scegliere come e se investire il capitale, se mettere i soldi in un libretto di risparmio, se investire in borsa, o se tenerli in una cassetta di sicurezza. Vuol dire essere certi che qualunque sarà la scelta sarai sicuro di poterla fare con la serenità di non doverti preoccupare di custodire i soldi da furti, incendi o altre catastrofi.
Ecco lo stesso vale per la tua infrastruttura, portarla in un Data Center di ultima generazione è la prima scelta da fare, ed è necessario essere consapevoli di questo prima ancora di decidere in che modo, se utilizzando servizi di Cloud pubblico, Cloud Privato, Colocation, Cloud Ibrido o qualcosa che non è ancora stato inventato
Qualunque sarà la decisione che prenderai sarai sicuro che, scegliendo un Data Center con gli adeguati livelli di sicurezza e un giusto partner che ti supporti in questo cambiamento, non dovrai preoccuparti delle sciagure che potranno succedere alla tua sala server (incendio, alluvione, furto, corto circuito ecc.).
Il driver che ti deve guidare in questa scelta è sempre relativo a quanto importanti siano i dati della tua azienda. Può essere accettabile perdere tutti i dati e le informazioni della tua azienda? Chiunque si aspetta che questo non succeda, ma credi che il fatto di fare un backup notturno e tenerlo nella stessa stanza dove sono i tuoi server possa farti dormire sonni tranquilli? E se anche lo fosse, puoi accettare di restare fuori dal mondo e smettere di fare business a causa di un calo di energia elettrica o di una interruzione di connettività? E se peggio ancora dovesse andare a fuoco il tuo DC? Puoi permetterti di bloccare tutte le attività per un mese prima di riprendere a lavorare?
Partiamo da questi presupposti per analizzare nei prossimi articoli le obiezioni che in genere ti rendono scettico sull’esternalizzare l’infrastruttura e perché sono false e affrontiamo quali sono le modalità con le quali puoi eseguire queste operazioni. Ti darò poi dei suggerimenti da seguire per mettere al sicuro la tua azienda partendo da zero.
Se hai dubbi, curiosità o domande sono sempre qui ad ascoltarti…. Make your choice.
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Guida pratica all’introduzione di innovazione in agricoltura
Nel precedente articolo ho provato a darti una visione di quali siano i macro temi che chi lavora nel mondo agricolo sta affrontando. Probabilmente sotto alcuni punti di vista sono stato troppo sofisticato.
Provo quindi ora a darti dei consigli più semplici in modo che tu li possa mettere in pratica in maniera più immediata e trarre benefici dall’introduzione di innovazione nel tuo settore. Spesso nel mio lavoro si parte con dei Proof of Concept (PoC); quello che voglio provare ad offrirti sono progetti realizzabili come PoC che non stravolgano la tua organizzazione e conseguentemente il conto economico. Sono pero’ sicuro che il ritorno che avrai sara’ tale da mostrarti quanto sia utile e necessario continuare nel processo di trasformazione e non fermarti alla base dello stesso.
Di seguito un elenco di soluzione che puoi mettere in pratica a tempo zero, sfruttando in maniera strategica una miscela di ICT, Iot e Cloud.
L’ordine in cui le riporto segue la semplicità di realizzazione e di implementazione:
- App per la gestione della forza lavoro
Il mondo agricolo è spesso caratterizzato da personale che lavora su grandi campi in maniera isolata e su pesanti mezzi meccanici. Ecco quindi che l’utilizzo di un dispositivo “Uomo a terra” può fare la differenza in ambito di sicurezza per te stesso e per i tuoi dipendenti qualora si verifichi un incidente su lavoro.
Tale soluzione può essere trovata sul mercato come apparato stand alone o come Applicazione per smartphone. L’ultimo caso si presta in maniera agile a funzionalità aggiuntive quali la Geo timbratura (per permettere ai tuoi dipendenti di timbrare in maniera smart una volta arrivati sul luogo di lavoro), di verificare e gestire mediante un cruscotto direzionale la posizione della tua squadra e di comunicare variazioni o aggiornamenti sui lavori da eseguire.
- Fleet Management
Prima ancora di pensare ai trattori a guida autonoma, puoi ottimizzare la gestione dei tuoi mezzi attraverso una soluzione di fleet management. Tali soluzioni sono oggi sempre più evolute ed oltre a mostrare la posizione ed i km percorsi dai tuoi mezzi, ti permettono anche di gestire e tener traccia delle manutenzioni, di effettuare controlli sul reale consumo di carburante. Tali soluzioni possono inoltre essere integrate con sensori che completano la gestione e permettono la risoluzione delle più svariate esigenze:
- Controllo della catena del fresco dei tuoi prodotti,
- Manutenzione predittiva del mezzo,
- Verifica e tracciamento di ogni singola fase del trasporto,
- Azionamento di valvole, sensori e allarmi al verificarsi di determinate condizioni.
- Sensori ambientali utili al fine di ottimizzare i trattamenti, prevenire malattie ed evitare dunque costi extra, anche in ambito biologico
Anche la sensoristica ambientale ha fatto passi da gigante ed e’ ora disponibile a prezzi accessibili. Potresti quindi installare delle stazioni meteo per conoscere e agire preventivamente al verificarsi di determinati eventi climatici, ottimizzando gli interventi sulla piantagione e minimizzando i rischi di danni al raccolto.
Puoi aggiungere sensori che ti informano sulla presenza e sulla quantità di insetti parassiti evitando cosi di utilizzare inutilmente diserbanti o per gestire, in agricoltura biologica, le contromisure naturali a tali parassiti.
- Tracciabilità e carta d’identità dei prodotti
Oggi la tracciabilità rappresenta un assoluto must. Per una Paese come il nostro, che rappresenta l’eccellenza dal punto di vista alimentare, e’ sempre più importante garantire al consumatore la tracciabilità dei prodotti. Questo vi porterà dei vantaggi immediati poiché i vostri prodotti acquisiranno maggior valore.
La normativa impone già la tracciabilità in diverse fasi della catena produttiva. Proprio per questo motivo potremmo utilizzare a nostro vantaggio questo obbligo e differenziarci dal resto del mercato facendo entrare virtualmente il cliente in azienda, raccontandogli la storia della singola pianta, ed immergendolo in ogni momento della lavorazione e trasformazione del prodotto.
- Servizi per i visitatori delle strutture ricettive associate alle attività agricole
Di questo tema parleremo in un articolo specifico dedicato alle strutture ricettive, poiché anche in strutture pluri-stellate vedo ancora molteplici carenze dei servizi offerti agli ospiti. Il massimo dell’innovazione e del caring è spesso rappresentato da un messaggio di benvenuto nel monitor in stanza.
Gli spunti riportati sono per certi versi di immediata realizzazione, il passo successivo all’introduzione dovrà essere quello di integrare tutti i dati raccolti dai vari sistemi per creare un cruscotto direzionale e di business intelligence che ti aiuti a interpretare tutte le informazioni e ti permetta di prendere decisioni rapide e avere il pieno controllo della tua azienda.
Se vuoi iniziare subito la tua trasformazione digitale o hai dubbi/curiosità sugli argomenti trattati, lascia un commento o contattami
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La rivoluzione digitale in agricoltura
Con il diffondersi delle tecnologie IoT, di sensori e oggetti connessi e del Cloud si sono fatte sempre più strada le soluzione cosi dette “intelligenti” o anche SMART. Sono cosi entrate nell’uso comune le definizioni di SMART Cities, SMART Home, Smart Agriculture. Smart Manufacturing. Ma cosa intendiamo realmente con soluzioni “intelligenti”? Iniziamo ad approfondirlo con uno dei settori che sta vivendo una nuova vera rivoluzione industriale poiché’ fino a qualche anno fa era visto esclusivamente come un settore “tradizionale”: la SMART AGRICULTURE
Le grandi aziende agricole sono solitamente localizzate nei posti piu’ affascianti d’Italia lontani dalle città e dal caos, dove per ettari ed ettari è possibile vedere distese di vigneti, frutteti e piantagioni. Agli occhi di un turista questo può sembrare bellissimo, l’imprenditore invece, deve affrontare degli ostacoli maggiori per poter avere accesso alle infrastrutture alla base della digitalizzazione e, deve necessariamente farlo a costi più elevati. Ecco che in questo caso il passo zero della digitalizzazione passa proprio dalla connettività.
Come premesso all’inizio di questo viaggio voglio continuare a considerare le infrastrutture come un falso problema, o per il quale la soluzione è di facile realizzazione, soprattutto ora che sono anche in corso le sperimentazioni per il 5G.
Tra le aziende che seguo, ho alcuni dei maggiori produttori italiani in ambito agricolo e vitivinicolo, con i quali stiamo approfondendo e realizzando dei processi di “rivoluzione”. Vediamo quindi quali sono i temi che portano impatti importanti sul business relativi all’introduzione di innovazione e sui quali quasi tutte le aziende si stanno interrogando e/o stanno iniziando a sperimentare:
- Trattori a guida autonoma
Una delle soluzioni più futuristiche (oggi definiamo futuristiche soluzioni che entreranno nella nostra quotidianità in meno di 5/7 anni), ma che racchiude in se molti degli scenari che si stanno già utilizzando è quello del Trattore a guida autonoma presentato da CNH che per evitare ogni dubbio, ha addirittura eliminato la cabina di pilotaggio.
Da un’analisi più approfondita della soluzione, in realtà, la parte più innovativa del progetto e’ quella legata all’integrazione di soluzioni già impiegate nello stesso o in altri ambiti. La connected car di Tesla e’ ormai qualcosa che siamo abituati a considerare come “normale”. L’aggiunta di sensoristica IoT, condita con delle app digital fa il resto. Questo permette di vedere dalla centrale di controllo dove sono i mezzi, che lavoro stanno eseguendo, la precisione con la quale stanno eseguendo i loro compiti e impartire nuovi ordini. E’ possibile infine seguire con precisione millimetrica le indicazioni della mappa di prescrizione agronomica ottimizzando i costi dei trattamenti e migliorando la qualità del raccolto.
- Analisi delle performance della pianta mediante sensoristica integrata
Per analizzare e migliorare le performance del lotto di produzione e’ possibile utilizzare e integrare uno o più dispositivi e sensori. I device più utilizzati sono quelli relativi a stazioni meteo, sensori per il monitoraggio di suolo e ambiente, sensori per il monitoraggio da remoto dei principali insetti parassiti, software innovativi per il monitoraggio per immagini.
- Ottimizzazione dei costi e della qualità con la quale vengono realizzati i trattamenti
Integrando i dati raccolti con i sensori descritti al punto precedente e’ possibile ottimizzare i costi relativi all’irrigazione e ai trattamenti della piantagione e aumentare considerevolmente la resa per ettaro.
- Tracciabilità
Sempre di più per l’agricoltura biologica e per i prodotti di origine controllata e’ richiesto che venga garantita la tracciabilità dell’intera filiera. Questo vuol dire poter tracciare tutta la storia della singola pianta. Attraverso l’utilizzo di big data, del cloud e di piattaforme di raccolta strutturata dei dati e’ possibile ottenere una tracciabilità puntuale, completa e certificata di tutta la filiera di produzione al fine di garantire la qualità e il valore del prodotto finale.
Abbiamo visto per macro aree la direzione che sta prendendo il mondo dell’agricoltura. Nella seconda parte proveremo a dare una guida e degli spunti da poter mettere in pratica con investimenti ridotti e con elevato ROI per iniziare la trasformazione nella tua azienda agricola anche se sei ancora scettico.
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Le 4 domande per costruire le fondamenta della trasformazione digitale della tua azienda
Mi capita spesso di chiedere ai miei Clienti di raccontarmi di cosa si occupa l’azienda, di quali siano le loro responsabilità, quali sono gli obiettivi aziendali di medio e lungo periodo, chi sono i loro Clienti e quali sono le preoccupazioni e le problematiche che stanno affrontando.
A parte restare stupito di quanto, davanti ad un interlocutore realmente interessato le persone vogliano aprirsi e raccontarsi, la cosa più interessante che accomuna molti dei miei Clienti è che il reparto IT è visto come un ostacolo e in alcuni casi una fonte di rallentamento del business aziendale.
Provo a spiegarmi meglio, la rivoluzione digitale ha portato a creare interfacce e programmi sempre più User friendly. È quindi normale, per i non addetti ai lavori, pensare che tutto sia facile da realizzare e soprattutto immediato. Come conseguenza il reparto IT dovrebbe rispondere e risolvere in tempo zero e soprattutto a budget zero a tutte le esigenze/problematiche dell’azienda.
Dalla mia esperienza, salvo campi di applicazione davvero specifici e di specializzazione in cui non è sempre possibile semplificare, vige la regola che maggiore è l’usabilità e la semplicità d’uso dei sistemi e più alta è la complessità intrinseca. Per dirla ancora più semplice, più il programma è’ a prova di “stupido” maggiore è l’impegno per nascondere la complessità. Questo vale sia in ambito informatico che nell’organizzazione dei processi. Li dove tutto funziona come un orologio svizzero, alle spalle c’è stato un lavoro scientifico nell’ottimizzazione e nell’interazione tra i vari processi.
Dando per assodato che sappiate benissimo chi sono i vostri Clienti (questo in ogni caso è un tema che affronteremo in un articolo di dettaglio) mi sembra chiaro che sia innanzi tutto necessario rispondere alle seguenti domande, prima di iniziare qualunque processo di digitalizzazione:
- Quali sono i processi core e quali quelli di supporto al business?
- Quali sono i processi che vengono percepiti dai miei Clienti?
- Come i miei processi impattano sulla esperienza di acquisto dei miei Clienti?
- Quali sono i punti di forza e quali le criticità che affrontiamo sul mercato e in confronto con la concorrenza.
Se mi hai seguito fino a questo punto credo sia chiaro che non amo l’innovazione fine a se stessa e quindi la risposta a queste domande è la base per dare le priorità ed intraprendere un processo di organizzazione, trasformazione e digitalizzazione dell’azienda che faccia in modo che:
- I processi core e quelli a supporto del business lavorino in maniera armonica e ti aiutino ad incrementare il tuo fatturato;
- Ci sia un focus particolare sui processi che impattano in maniera diretta i tuoi Clienti e per fare in modo che sia il fiore all’occhiello della tua azienda;
- Che l’esperienza di acquisto del tuo Cliente sia la migliore del settore e sia indimenticabile;
- Che i punti di forza siano la leva per il tuo business e le criticita’ siano mitigate o annullate grazie alle azioni dei punti precedenti.
Quello che chiamo il passo zero rappresenta le fondamenta sulle quali costruire la trasformazione e l’innovamento del tuo business, ed è quindi fondamentale che, così come per le fondamenta di un palazzo, le analisi e gli approfondimenti siano fatti nel modo più scientifico possibile e che possiate avvalervi dell’esperienza di un Digital Transformation Manager che sappia guidarvi e supportarvi sin da subito nella costruzione delle vostra strategia.
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